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L’ITALIA DISABILE, TEMPI SPRECATI E AUSILI BUTTATI
Di Marisa Melis
Quotidiano Sardegna 29 agosto 2011
Gli ausili che i familiari dei pazienti deceduti oppure, che non servono più, sono restituiti all’ASL che glieli ha fornito. Io ho sempre pensato che possono essere riutilizzati per altri pazienti, se non hanno danni e, seppure questi fossero leggeri, potrebbero essere revisionati da personale specializzato per una perfetto uso. Molti di noi genitori in giro per l’Italia hanno provato a fare un controllo per vedere che utilizzo si faceva di questi ausili una volta riconsegnati. Siamo rimasti veramente sconvolti da quello che molti di noi hanno visto: magazzini strapieni di ausili, stipati e buttati, ammassati, attaccati dalla ruggine e dalle ragnatele. Quante carrozzine potrebbero essere rimesse a posto? Lo stesso discorso vale per i letti ortopedici, statiche e quant’altro. Quante migliaia di euro buttati in quei magazzini, ausili buttati, perché quella è la fine che fanno. Poi si va a chiedere un seggiolino per la doccia per una persona con tetra-paresi spastica ed è dato quello che ha un’unica posizione, quando al paziente necessita una seduta regolabile. Allora si assiste a inutile perdita di tempo, a chi non ne ha da perdere. Dopo aver parlato con il fornitore dell’ausilio e aver avuto il codice del prodotto idoneo, riandare all’ASL e farsi prescrivere quello che sin dall’inizio doveva essere giustamente dato al paziente.
Oggi che tanto si parla di risparmiare sulla spesa pubblica, infastidisce vedere queste cose.
Come ugualmente dà fastidio vedere pazienti che aspettano tanto per avere ausili, dà fastidio sapere che i familiari perdono energie nella burocrazia, che è sottratta alla cura della persona cara disabile.
Con i soldi risparmiati, pensare e rendere migliore la vita di tanti disabili, fornendo ausili più all’avanguardia a chi ne ha necessità. Poi mettere mano ed aggiornare l’obsoleto nomenclatore tariffario ausili del 1999. Tutte azioni che aiutano a vivere meglio i più svantaggiati. Stanchi di sentire che in Italia abbiamo le migliori leggi in aiuto ai disabili. Magari più fatti concreti e meno parole.
Rimasi attonita nel conoscere che l’ASL Regione Sicilia fornisce più scarpe ortopediche in un anno a una bimba, di quante invece fornisce la nostra ASL Regione Sardegna, ad una nostra conterranea. Assurdo, eppure succede. Ma questa è esempio, in un mare di stranezze di questa nostra Italia.
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